segunda-feira, 17 de agosto de 2009

Dove si trova la professinalità a Napoli?



Mi piace Napoli, mi piace l’ anima napoletana. Mi piace il dialetto napoletano. Ma non sopporto la mancanza di professionalità a Napoli, sia nei servizi pubblici che privati.
Lasciatemi fare un esempio raccontando una cosa che mi è successa.
Domenica scorsa sono andato a fare una passeggiata sul lungomare di Napoli. Mentre camminavo ho visto una specie di pullman dove si poteva donare il sangue. Io sono sempre stato un donatore, ma da quando sono qui non l’ ho mai donato.
Va bene, decido di andare in quel pullman. Arrivato li e c’ era un signore che cercava dei donatori ed io mi sono subito presentato. Lui, mentre compilava il modulo d’ iscrizione, mi ha chiesto la carta d’ identità, che gli ho subito dato. L’ ha guardata e dopo aver visto il mio nome ha detto “ Mettiamo solo il primo cognome…tanto non cambia niente!”. Ero infastidito, però lasciamo stare, è veramente troppo lavoro scrivere un nome in più a quello abituale.
Una volta finito di compilare il modulo ho aspettato più o meno dieci minuti. Poi un altro signore mi ha chiamato. Questo aveva in mano un altro modulo con le domande standard per chi vuole donare. Ma è stata la tecnica con cui l’ ha fatto che mi ha lasciato “preoccupato”.
Mentre misurava la pressione lui raccoglieva il sangue, parlava con un altro signore e mi faceva le domande, che teoricamente servono a verificare se il donatore è atto a farlo.
Niente male lui era tuttofare, bravo!.
Finito di fare tutto ciò ha preso il modulo e in tre secondi ha segnato tutte le risposte. Bravo!
Aspetto altri cinque minuti e una signora mi chiama.
Tutta bella, vestita in jeans, una maglietta con un bel decoltè… bello, veramente bello. Giacché era questa signora che doveva fare il prelievo di sangue.
Piccoli dettagli, lei non usava nessun tipo di guanti usa e getta, nessuna cuffia per i capelli, ma era bella, era proprio pronta per andare ad una festa
Sono entrato nella stanza dei prelievi e mi sono steso sul lettino. Quest’ ultimo normalmente sotto ha una macchina dove si mette il kit con il sacchetto del sangue. Ma no, non a Napoli, visto che li sotto non c’ era niente. Il kit con il sacchetto rimaneva in una cassa di plastica sul pavimento ed…era manovrato con le belle scarpe tacco quindici della signora.
Ma va bene, niente è perfetto, sempre manca qualcosa. Vero?
Aspettate non è finita ancora.
Suona il cellulare della signora e lei essendo una persona educata risponde anche se aveva in mano l’ ago per il prelievo. “Aspetti” ho detto…”prima finisca la telefonata e poi potrà continuare”.
Io ho sbagliato, si quando mai dubitare delle competenze di una professionista di questo livello! E lei come di diritto si è incazzata. “Non ti preoccupare”, diceva lei. Ma come no? E c’ ha riprovato, ancora parlando al telefono ed ancora altre due volte. Brava! Brava!
Ed ora arriva il grande finale.
La signora in una movimento “alla matrix” prende un medicinale, spinge la mia testa all’ indietro e mette alcune gocce nella mia bocca….e ovviamente gia rispondendo un’ altra volta al cellulare.
Dopo, finito il prelievo, mi dice “ vuoi bere un po’ di te?” ed io le rispondo “No grazie appena un po’ d’ acqua”. E lei “Non ne abbiamo, grazie arrivederci, puoi andare”.
Sembra finzione, ma così è successo.



Autor: Thiago .C
Correções: Valeria Tramontano

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